Nel 650° anniversario della morte di Giovanni Boccaccio, l’Università per Stranieri di Siena celebra il grande autore con un evento originale che unisce letteratura e musica. Dal titolo “Boccaccio tra parole e musica”, si tratta di una lettura musicata della novella VIII di Monna Belcolore del Decameron, patrocinata dall’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio.
Ad aprire l’incontro è stata la docente di Storia della Lingua Italiana Veronica Ricotta, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Siamo felici di celebrare questa ricorrenza con un omaggio tra parole e musica a un autore che ha codificato la lingua della prosa italiana. Se Dante è il padre della lingua italiana, Boccaccio è il maestro indiscusso della prosa, capace di dare voce a una varietà lessicale sorprendente, anche in ambiti specifici come quello musicale”.
Protagonista dell’evento è stata la dott.ssa Cecilia Cartoceti, docente di conservatorio e collaboratrice del VocaBO (il Vocabolario di Boccaccio online) che ha offerto un approfondimento sul rapporto tra musica e narrazione nel testo boccaccesco, con particolare attenzione alla terminologia musicale impiegata dall’autore.
“Scopriremo un tema finora raramente affrontato, quello della musica nel Decameron – spiega la dott.ssa Cartoceti –. A partire dalla novella di Monna Belcolore parleremo dei termini musicali e del modo in cui Boccaccio li utilizza, con grande estro e naturalezza, senza ostentazione, ma con una consapevolezza profonda del linguaggio musicale del suo tempo”.
Presenti all’iniziativa anche gli attori dell’Associazione Oranona Teatro, da anni impegnati nella divulgazione del Decameron al grande pubblico, con una lettura teatrale della novella, accompagnata da interventi musicali.
“Leggiamo le novelle in lingua originale, così come le scrisse Boccaccio, nella sua casa a Certaldo – racconta Martina Dani Recchi, direttrice dell’Associazione –. Il Decameron è tradotto in quasi tutte le lingue, ma poterlo raccontare e interpretare anche a un pubblico straniero, qui all’Università per Stranieri di Siena, è per noi motivo di orgoglio”.