Le parole del critico d'arte Enrico Crispoli

Di Redazione | 10 Agosto 2018 alle 19:26

Le parole del critico d'arte Enrico Crispoli

Ecco le parole di Enrico Crispoli durante la presentazione del Palio del 16 agosto 2018

“Charles Szymkowicz, operante a Charleroi, in Belgio (dove è nato nel 1948), e della cui possente pittura “neoespressionista” si è appena conclusa a Siena un’importante mostra antologica, articolata in più sedi, frequenta la Toscana, dagli ultimi decenni del secolo scorso. In particolare attraverso un intenso dialogo con il poeta Leo Ferré, suo profondo estimatore, insediatosi dall’inizio degli anni Settanta in terra di Castellina in Chianti, ha sviluppato un intenso rapporto con la Toscana. E in certo modo la scelta del bozzetto di Drappellone proposta da Szymkowicz premia anche questa sua appassionata frequentazione, che fra l’altro si concretata nel 2006 in una grande mostra nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano, tutta improntata a una  dimensione emotiva di spessore memoriale. E la cui meticolosa lunga preparazione ha offerto occasione di molteplici seminari nell’ambito dell’attività didattica della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università senese, fra la Certosa di Pontignano e l’ex-convento dei Servi.

Dunque un drappellone di forte impatto emotivo, che ripropone sinteticamente i modi del linguaggio pittorico emotivamente coinvolgente, assai originale, ormai tipico della pittura di Szymkowicz. Vale a dire di quello che è stato definito un “espressionismo vitalistico”, un “espressionismo etico”, che si manifesta in modi anche di un forte edonismo plastico e cromatico. Nel suo originalissimo e forte drappellone per il Palio di questo 16 agosto  Charles ha scelto un’impostazione frontalmente molto forte e sintetica, d’intensità emotiva affidata anzitutto alla potenza evocativa plastica del colore, risolvendo efficacemente l’allusione alle necessarie presenze iconiche tradizionali, riproposte in efficacissima sintesi: fra iconico forte volto della Vergine, cavallo bianco, emblemi storici necessari; il tutto su un remoto ma partecipe sfondo di memorabili richiami architettonici senesi”.



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