Manfredi Potenti (deputato Lega): "Ranza, spropositata accusa contro penitenziaria"

Il membro II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati si esprime sul rinvio a giudizio di altri dieci agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di San Gimignano

Di Redazione | 23 Dicembre 2020 alle 14:38

Manfredi Potenti (deputato Lega): "Ranza, spropositata accusa contro penitenziaria"

Manfredi Potenti, deputato della Lega e membro II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, dice la sua sul rinvio a giudizio di altri dieci agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di San Gimignano per il presunto pestaggio di un detenuto. A processo andranno a maggio già altri 5 agenti, cui viene contestato per la prima volta in Italia il reato di tortura.

“Pur non volendo entrare nel merito della vicenda processuale per correttezza istituzionale, non posso nascondere il mio rammarico per la notizia del rinvio a giudizio di dieci agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di San Gimignano – sono le sue parole – Si troveranno a dover rispondere di concorso in tortura e lesioni aggravate, aggravando il ‘bilancio’ di una vicenda che ha già visto il rinvio a giudizio di altri cinque poliziotti accusati per la prima volta in Italia di tortura. Mi permetto di ritenere spropositata l’accusa di tortura per agenti chiamati ad agire per contenere le intemperanze di un detenuto in stato di alterazione psicofisica. D’altra parte, con le dovute e rispettose differenze, non ho mai visto un funzionario dell’Agenzia delle Entrate denunciato per aver eseguito il recupero coattivo delle tasse evase né un controllore delle Fs denunciato per violenza privata dopo aver fatto scendere dal treno un ‘portoghese’ senza biglietto. Nessuno è al di sopra della legge, ma bisogna amaramente constatare che troppo spesso lo Stato sembra dimenticare la necessità di tutelare l’operato degli uomini e le donne che lavorano, in mezzo a numerose difficoltà accentuate in questo momento dall’emergenza sanitaria, per garantire un servizio pubblico fondamentale come quello carcerario”.



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