Nuovo Dpcm, teatri e cinema restano chiusi. Benvenuti: "Visti come l'ultima ruota del carro"

"sono convinto che non riusciremo a riaprire prima dell'anno prossimo - commenta il direttore dei teatri senesi - solo che la politica non vuole dirlo onestamente"

Di Redazione | 15 Gennaio 2021 alle 18:02

Nuovo Dpcm, teatri e cinema restano chiusi. Benvenuti: "Visti come l'ultima ruota del carro"

The show must go on. Quando Freddy Mercury e soci hanno scritto l’immortale testo, il teatro aveva piena cittadinanza. Poi è arrivata l’ondata pandemica e il Governo ha bollato questi luoghi di cultura come zone di possibile contagio. Lo ha fatto nella prima fase, con buona parte del globo sottosopra, e lo ha ribadito nella seconda. Il colpo di grazia, semmai non fosse già stato inferto, è arrivato con il nuovo Dpcm. Fino al 5 marzo teatri e cinema restano chiusi. A sentire Alessandro Benvenuti, direttore del Teatro dei Rozzi e di quello dei Rinnovati, una data che potrebbe infondere anche ottimismo, soltanto fosse reale. Secondo l’attore il quadro più veritiero è assai peggiore.

“Fa paura dire le cose come stanno – commenta Benvenuti – noi si parla del 5 Marzo, ma io sono convinto che non riusciremo a riaprire prima dell’anno prossimo in autunno inoltrato. Io credo che la realtà che aspetta noi del teatro e del cinema inteso come sala, non come produzioni, sarà questa, solo che la politica non vuole dirlo onestamente”.

Osservando la situazione nel complesso, a uscire a pezzi dal nuovo decreto governativo è la cultura in generale. Solo ai musei è stata fatta una piccola concessione: porte aperte dal lunedì al venerdì ma solo in fascia gialla. Benvenuti tuttavia è convinto che a differenza del cinema, la realtà teatrale sia quella più penalizzata. “In tutte le sue forme è l’ultima ruota del carro, quella di cui tutti si riempiono la bocca ma nessuno le tasche – commenta il direttore – Forse c’è ancora bisogno di far capire agli italiani che anche il nostro è un lavoro e che tante famiglie dipendono dal lavoro che facciamo nei teatri. Siamo indietro da questo punto di vista, ma non è che la cosa mi sorprenda più di tanto: in un Paese pieno di cultura la cosa che sparisce è quella che hai davanti agli occhi tutti i giorni”.

Una presa di coscienza che però non ha modificato l’atteggiamento, sempre propositivo. Il direttore è al lavoro per la ripartenza: “Quando sarà, ci faremo trovare pronti. Noi non ci stiamo arrendendo”



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