Scintille nel Partito Democratico senese. Giulia Mazzarelli, Consigliera comunale ed ex capogruppo del PD, rompe il silenzio dopo la sua sostituzione, denunciando un avvicendamento deciso “senza confronto democratico né trasparenza”, frutto di “una logica autoreferenziale che danneggia il partito e allontana i cittadini”.
“La mia idea di PD – afferma Mazzarelli – è quella di una comunità pluralista, inclusiva, che costruisce insieme il proprio percorso politico. Invece, quattro consiglieri decidono in una stanza quello che dovrebbe essere discusso nelle sedi deputate, privando il partito di un reale dibattito interno”.
La consigliera fa riferimento diretto al mancato coinvolgimento della segreteria comunale guidata da Rossana Salluce, in carica da sette mesi: “Né in direzione né in assemblea si è mai parlato di un cambio di rotta o di una nuova fase politica. Eppure, viene portata avanti con testardaggine una sostituzione che non ha alcuna spiegazione politica condivisa”.
Mazzarelli rivendica il lavoro svolto nel suo ruolo di capogruppo e si dice delusa da un partito che “non ha trovato un minuto per affrontare la questione in modo trasparente”. Lancia anche un monito sulla deriva autoreferenziale della politica locale: “Così facendo ci allontaniamo dalla nostra base e perdiamo credibilità. Le guerre interne logorano la nostra immagine e ci rendono deboli di fronte alla destra”.
Il riferimento è all’amministrazione comunale di centrodestra guidata dal sindaco Nicoletta Fabio. “Dovremmo concentrarci sulla costruzione di un’alternativa politica seria e credibile – sottolinea – fondata su giustizia sociale, inclusione, sviluppo economico e tutela dei più deboli. Invece, perdiamo tempo a consumarci in logiche di corrente”.
Mazzarelli apre comunque alla possibilità di un dialogo futuro, citando il gesto di apertura della collega Anna Ferretti, ma precisa: “La mano è sempre stata tesa da parte mia. Ho cercato dialogo e condivisione, spesso senza riscontro. È singolare che debba essere io, la più giovane, a fare il primo passo verso il confronto”.
Infine, chiarisce il senso della sua battaglia: “Non è attaccamento alla poltrona, ma desiderio di portare avanti un cambiamento vero, generazionale e culturale, dentro il partito. Per essere davvero un’alternativa credibile, il PD deve ritrovare coerenza e coraggio, a partire da se stesso”.