Aggressione all’ospedale, l’Ordine si costituisce parte civile, Monaco: “Il nemico è la malattia, non il medico”

Di Redazione | 6 Dicembre 2019 alle 15:14

Aggressione all’ospedale, l’Ordine si costituisce parte civile, Monaco: “Il nemico è la malattia, non il medico”

“Solidarietà al collega colpito durante il suo lavoro”

“Esprimo a nome dell’ordine dei medici di Siena, tutto il nostro appoggio al collega psichiatra che si è sempre distinto per la sua alta professionalità e dedizione verso i suoi pazienti, che è stato aggredito all’ospedale delle Scotte pochi giorni fa. Un appoggio non solo formale, ma anche sostanziale: come ordine professionale, intendiamo costituirci parte civile, per dare un segnale forte: come medici non vogliamo avere paura dei nostri pazienti ma essere loro alleati.” Ha detto Roberto Monaco presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Siena e segretario della Federazione nazionale dei medici chirurghi e odontoiatri

“Per poter raggiungere questo obiettivo, dobbiamo essere tutti insieme. Operatori della sanità, direzioni aziendali, cittadini e organi di informazione. Medici e operatori sanitari sono garanti di uno dei principi costituzionali come il diritto alla salute che è uguale per tutti senza distinzioni. Fare del male al medico significa ledere un diritto basilare della democrazia di questo paese”.

L’ episodio avvenuto a Siena è incredibile, ma non è isolato. Medici e operatori sanitari sono spesso alla ribalta delle cronache perché vittime di attacchi da parte dei pazienti.

“La nostra, è un professione di vicinanza: il medico deve stare vicino, accanto al paziente, deve visitarlo e avere con lui un contatto anche fisico. Non è pensabile che il medico debba aver paura dei suoi pazienti: il nemico è la malattia non il medico”.

I dati a disposizione parlano chiaro grazie ai sondaggi fatti dalla Federazione nazionale dei Medici e dal sindacato ospedaliero Anaao. Il 65% dei medici ospedalieri sono vittime di aggressioni, di questi il 66 % denuncia aggressioni di tipo verbale che sono quelle più numerose e silenti, perché il medico di fronte a episodi del genere, non si sofferma ma prosegue il suo lavoro e pensa al paziente successivo. A livello nazionale il 32% dichiara nel sondaggio di aver subito aggressioni fisiche, i numeri salgono all’80% quando si parla di servizi di 118, pronto soccorso e guardia medica. I servizi più a rischio sono quelli dei centri di salute mentale e i Serd”.

Le aggressioni spesso sono frutto di un forte disagio e per questo La Federazione e gli ordini provinciali stanno lavorando alla formazione per dare utili strumenti ai medici per capire chi hanno davanti e riuscire a fare una rapida analisi per evitare che il disagio sfoci in violenza.

“Se da un lato facciamo formazione per dare validi strumenti a supporto dei medici, dall’altro c’è un vuoto normativo. C’è un disegno di legge ancora fermo che dovrebbe tutelare il medico, vorremmo che, in caso di aggressione, partisse la denuncia d’ufficio”.

 

Andrea Mari

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