Dopo Un Tubo, petizione per sostenere i locali che a Siena fanno musica

Di Redazione | 6 Aprile 2016 alle 11:40

Dopo Un Tubo, petizione per sostenere i locali che a Siena fanno musica

In tanti firmano la petizione per il nuovo regolamento

Una petizione per un regolamento che permetta di valorizzare anche a Siena la musica dal vivo. E’ stata proposta dai BlueRing – Improvisers dopo la chiusura del locale Un Tubo che ha lasciato orfana la città di un locale dove ascoltare buona musica, e sono già tanti i senesi che hanno firmato.

Questa petizione – scrivono i BlueRing – nasce a causa della chiusura prematura, all’inizio della stagione primaverile, di uno dei club più importanti del centro Italia per la musica live: “UnTubo”, un locale piccolo ma fondamentale che ha ospitato, negli ultimi anni, musicisti (ma anche artisti e performer) di fama nazionale e internazionale nella cittadina toscana di Siena.

La città ospita alcune delle più prestigiose strutture didattiche per la musica (classica, jazz) ed è uno dei poli di eccellenza italiani in questo campo. Nonostante questo non riesce ad avviare un serio programma di legislazione della musica dal vivo ma, anzi, spesso la inibisce. Con il vigente regolamento ogni locale può ospitare soltanto 4 serate di musica live al mese: locali come UnTubo (e come altri, che vorrebbero basare la loro attività sulla musica e sullo spettacolo) sono costretti ad adeguarsi all’ormai obsoleta ordinanza del 2005 impedendo  ai molti musicisti che vivono e/o studiano a Siena di suonare, in un circolo vizioso in cui sia il pubblico sia i lavoratori dello spettacolo perdono punti di riferimento preziosi.

Chiediamo pertanto alla giunta comunale cittadina di far sì che sia i locali che i musicisti possano lavorare in una legalità ben definita, che miri a valorizzare la musica live, nel rispetto dei cittadini e dei residenti. Valorizzare questo tipo di iniziative è importante per una città che vuole rimanere viva, che vuole continuare ad essere un centro culturale apprezzato in Italia e all’estero”.

Per firmare la petizione clicca qui

 



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