Stefano Carrai, vincitore premio Viareggio-Rèpaci per la poesia:" Un riconoscimento per il mio secondo mestiere che vale doppio"

Di Redazione | 29 Agosto 2017 alle 11:23

Stefano Carrai, vincitore premio Viareggio-Rèpaci per la poesia:" Un riconoscimento per  il mio secondo mestiere che vale doppio"

La grande passione per la poesia che ora diventa un secondo mestiere

Stefano Carrai, docente di Letteratura italiana all’Università di Siena, è il vincitore del premio Viareggio-Rèpaci 2017 per la sezione poesia, con «La traversata del Gobi», edito da Aragno. Nell’ambito della sua attività di ricerca e di saggista, Carrai si è occupato di vari autori, da Dante ai contemporanei. L’ultimo lavoro è il fortunato “Saba”, edito nel 2017 da Salerno editrice, nel sessantesimo anno della scomparsa del celebre autore triestino.

“La passione per la poesia l’ho sempre coltivata, ha dichiarato Stefano Carrai ai microfoni Radio Siena Tv, ma è stato grazie all’ambiente dell’Università di Siena e ai  docenti e poeti che in questa lavorano che mi sono convinto a pubblicare queste poesie.”

“E’ un premio che per me vale doppio perchè fare il poeta inizialmente era una passione che poi è diventato un secondo mestiere”, afferma Stefano Carrai.

Carrai è tra i direttori delle riviste “Giornale storico della letteratura italiana” e “Filologia Italiana”, della collana “Biblioteca senese” dell’editore ETS di Pisa e della sezione “Classici italiani” della collana “Classici” dell’editore Carocci di Roma. Dirige il Centro Studi Franco Fortini dell’Università di Siena. Col suo primo libro di versi (Il tempo che non muore, postfazione di L. Surdich, 2012) ha vinto il Premio Pisa per la Poesia nel 2013 e il Premio Contini Bonacossi nel 2014.

Insieme a Carrai, sono vincitori del Viareggio-Rèpaci Gianfranco Calligarich con «La malinconia dei Crusich», edito da Bompiani, per la narrativa, e Giuseppe Montesano, con «Lettori selvaggi», edito da Giunti, per la saggistica.
Il Premio Viareggio, giunto all’ottantottesima edizione, quest’anno è stato dedicato al politico e filosofo Antonio Gramsci, con la commemorazione dei 70 anni dall’assegnazione del riconoscimento alle sue «Lettere dal carcere».



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