Super batterio New Delhi, le rassicurazioni dell'assessore Appolloni

Di Redazione | 30 Settembre 2019 alle 13:11

Super batterio New Delhi, le rassicurazioni dell'assessore Appolloni

In Consiglio comunale è stato fatto il punto dopo l’allerta delle scorse settimane

L’allerta per la diffusione del batterio New Delhi in Toscana è stata discussa nel Consiglio comunale odierno. Il consigliere Pietro Staderini del Gruppo Sena Civitas nella seduta odierna del Consiglio ha chiesto di conoscere la reale situazione della diffusione del batterio “New Delhi” a Siena.

Come ha ricordato lo stesso Staderini “è notizia di pochi giorni fa, a mezzo stampa, che negli ospedali toscani si sia registrata la presenza di un superbatterio resistente agli antibiotici denominato “New Delhi” con un picco di 11 casi avvenuti dal 16 al 22 settembre dall’inizio della comparsa nella nostra regione avvenuta nel novembre del 2018. Ma sono 102 i casi al 26 settembre che l’Agenzia regionale della Sanità sta tenendo sotto controllo con un tasso di mortalità al 37% rispetto ad altri batteri resistenti agli antibiotici”.

Nel sottolineare l’importanza della salute dei cittadini anche a seguito dell’ultimo decesso avvenuto a Siena il 16 settembre “che potrebbe essere correlato a un’infezione del “super batterio” e le dichiarazioni dell’assessore regionale alla Sanità sulle misure messe in atto coi tempi e con le procedure previste dall’Oms e dal Ministero nonché la non necessità di specifiche strategie di prevenzione dello sviluppo di batteri NDM e di relativi allarmismi dell’assessore Appolloni”, ha chiesto di essere aggiornato “sul reale stato di diffusione, il numero di decessi a Siena potenzialmente correlativi al batterio anche a seguito delle recenti raccomandazioni dei medici e del dipartimento di sanità. E inoltre se sono state attivate misure straordinarie in merito”.

Nella risposta, l’assessore alla Sanità Francesca Appolloni, ha sottolineato “quanto la denominazione “superbatterio” è scientificamente scorretta perché tecnicamente non esiste alcuna classificazione in tal senso. In quanto, infatti, un Enterobatterio appartiene a una famiglia di microrganismi che fanno parte della normale flora microbica intestinale. Come per altri batteri e virus che possono infettare l’uomo, la trasmissione da un soggetto a un altro può avvenire prevalentemente per via oro-fecale. E’ per questo che, come per altri microrganismi, per prevenirne la diffusione viene raccomandato di attenersi alle comuni misure igieniche, prima fra tutte, il lavaggio delle mani, abitudine non comune, o l’uso di gel idroalcolico. Procedura da adottare in particolare dopo l’utilizzo dei servizi igienici, prima di venire a contatto con alimenti e, in ospedale, prima e dopo essere entrati in contatto con qualsiasi paziente”.

Sullo stato di diffusione della malattia, spiegando la natura del batterio e il suo habitat idoneo nonché ripercorrendo quanto avvenuto negli anni passati in Italia, l’assessore ha proseguito dichiarando che: “in Toscana la diffusione si è osservata più recentemente in alcune aree con l’individuazione del fenomeno grazie all’attenzione dei laboratori della Rete delle Microbiologie cliniche toscane. Anche l’AOUS notifica periodicamente all’Agenzia Regionale di Sanità i nuovo casi di NDM al fine di monitorare la situazione locale in tempo reale. Quanto al numero di decessi a Siena, potenzialmente correlabili alla contaminazione, la Direzione dell’AOUS afferma che ad oggi non ci sono morti direttamente coSrrelati alla contaminazione o alla infezione NDM. Resta fermo, comunque, che i rari casi in cui il batterio è stato ritrovato nel sangue di pazienti presso l’AOUS, si parla di persone anziane, fragili per un quadro patologico importante, situazioni di immuno-depressione. E’ opportuno ricordare che un paziente colonizzato non è un paziente infetto né malato. L’Azienda, al fine di garantire la massima trasparenza, ha chiesto di implementare l’attività di riscontro diagnostico e ha avviato, secondo le indicazioni regionali, gli interventi volti a sorvegliare l’evoluzione del fenomeno tramite screening attivo soprattutto in specifici reparti quali terapie intensive, oncologia, onco-ematologia, trapianti, cardiochirurgia, malattie infettive, medicine utilizzando sia metodiche tradizionali che metodiche molecolari. Contestualmente al potenziamento dello screening, sono state messe in campo anche il rafforzamento delle procedure di prevenzione e controllo delle infezioni nelle strutture e l’adozione degli schemi terapeutici più adeguati per il trattamento delle infezioni da batteri NDM”.



Articoli correlati