Valentini (PD): "Stadio Franchi, quale futuro?"

"Non solo i lavori non sono iniziati ma si ha notizia delle trattative per la cessione della maggioranza azionaria della società, senza che sia chiaro se i nuovi possibili acquirenti sono disposti ad accollarsi anche i relativi oneri, fatto che costituisce un aggravio per lo specifico negoziato sportivo"

Di Redazione | 4 Giugno 2022 alle 8:30

Valentini (PD): "Stadio Franchi, quale futuro?"

Presentata dal consigliere PD Bruno Valentini una interrogazione sul futuro dello Stadio Comunale di Siena Artemio Franchi. “Il bando con cui l’Amministrazione Comunale ha affidato per dieci anni la gestione dello Stadio alla società Calcio Siena Noah contempla anche i lavori di messa in sicurezza con inizio obbligatorio entro il 19.04 u.s – spiega Valentini – senza i lavori di “consolidamento statico ed adeguamento sismico della gradinata scoperta e della tribuna coperta, per il raggiungimento dei livelli di sicurezza definiti nel progetto steso dagli uffici comunali”, lo Stadio rischia di diventare indisponibile entro breve perchè privo del certificato di idoneità “statica e sismica” richiesto ai sensi dell’art. 3 comma 5 del D.M. 18/03/1996 “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”.

“Non solo i lavori non sono iniziati ma si ha notizia delle trattative per la cessione della maggioranza azionaria della società, senza che sia chiaro se i nuovi possibili acquirenti sono disposti ad accollarsi anche i relativi oneri, fatto che costituisce un aggravio per lo specifico negoziato sportivo. In data 9.05.2022 l’Assessore Benini ci ha fornito una risposta scritta nella quale l’Amministrazione Comunale ammette di non avere un piano B per intervenire direttamente nel caso in cui la società affidataria non realizzi l’investimento in oggetto perchè “l’eventuale intervento diretto è già un piano”.

Valentini interroga così il sindaco per sapere “perchè non si è ancora provveduto ad inserire l’eventuale intervento diretto sullo Stadio nel piano delle Opere Pubbliche, analogamente a quanto fatto per il Palasport Mens Sana, vista la preoccupante ristrettezza dei tempi di messa in sicurezza, se è ancora convinto di quanto dichiarò al momento dell’esclusione delle proposte concorrenti relativamente all’acquisizione del titolo sportivo attraverso la scelta della proprietà armena, che si sia trattato della “gestione che garantiva più tutela e solidità economica verso la nostra città e se ritiene opportuno che nella nuova compagine societaria che dovesse eventualmente acquisire il controllo del Siena Calcio vengano di nuovo inseriti personaggi senesi di fiducia dell’Amministrazione”.



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