Incidente Zanardi: la perizia di Vangi conferma la caduta autonoma ed accidentale del campione

Il perito della Procura concorda con le tesi del consulente del camionista, Mattia Strangi: la perdita di controllo è avvenuta in seguito a una reazione istintiva da parte di Zanardi che a una velocità di 50 km/h si imbatte nell'autotreno e perde il controllo in modo accidentale, andando in sovrasterzo. Strada ed handbike ok, non ci fu invasione della corsia da parte del mezzo pesante

Di Redazione | 7 Ottobre 2020 alle 15:57

Incidente Zanardi: la perizia di Vangi conferma la caduta autonoma ed accidentale del campione

Nessun guasto dell’handbike, nessuna buca o avvallamento sul manto stradale, nessuna invasione della corsia opposta da parte dell’autotreno: la tragica caduta di Alex Zanardi dal velocipede che guidava lo scorso 19 giugno sulla sp 146 a Pienza durante la staffetta di “Obiettivo Tricolore” sarebbe stata causata da una perdita di controllo accidentale e da un errore di posizionamento dello stesso campione, una volta giunto presso la maledetta curva a destra. La tesi, avanzata dal consulente di parte del camionista finito sotto indagine – il luminare dell’Università di Bologna, l’ingegnere Mattia Strangi – trova conferma anche nella perizia effettuata dal docente dell’Università di Firenze Dario Vangi, il tecnico esperto in infortunistica stradale incaricato dalla Procura di Siena di ricostruire la dinamica del drammatico sinistro, che ha messo insieme tutti gli esiti peritali dei colleghi.

Vangi concorda in toto con le evidenze di Strangi: secondo quanto ricostruito dai tecnici, Zanardi fa da battistrada della staffetta a una velocità (consentita) di 50 km/h, quando si imbatte nella curva con l’imponente autotreno, di fatto rimanendone di fatto “spaventato”. Il campione paralimpico si sarebbe trovato vicino alla linea di mezzeria, e per evitare l’impatto con il mezzo pesante, avrebbe effettuato una serie di manovre di posizionamento per spingersi verso destra; una reazione istintiva che lo avrebbe portato ad andare in sovrasterzo ed a ribaltarsi, con la forza centrifuga che lo spinge a sinistra. Una sorta di principio di testacoda dell’handbike, che porta al ribaltamento. L’urto con il cerchione avviene 1 metro dentro la corsia dell’autotreno, che viaggia a 38 km/h, entro i limiti di legge. Non ci sarebbe stata nessuna invasione della corsia da parte del camion dunque, come sostenuto dal perito di parte della famiglia di Zanardi, Giorgio Cavallin: anzi, stando ai rilievi, giunto in prossimità della curva era Zanardi, per questione di centimetri, ad avere una delle ruote all’interno della corsia opposta. Le perizie sono adesso al vaglio dell’autorità giudiziaria che in base ai risultati dovrà decidere se rinviare a giudizio il conducente o archiviare l’accusa, di lesioni gravi o gravissime da incidente stradale.                Claudio Coli

 



Articoli correlati