Siena Riformista condanna Putin e spera in un futuro democratico per il popolo russo

"La pace è il nostro obbiettivo ma per raggiungerla bisogna togliere ogni appoggio morale a Putin"

Di Redazione | 20 Marzo 2022 alle 11:00

Siena Riformista condanna Putin e  spera in un futuro democratico per il popolo russo

“La sanguinosa invasione dello stato sovrano dell’Ucraina non ha alcuna motivazione, eccetto la precisa ed unica volontà di espansione del regime russo da parte del suo dittatore: Vladimir Putin. Una sciagurata sfida bellica all’Occidente compiuta con bombardamenti intenzionali su aree civili e minacce d’uso di armi nucleari”, scrive Siena Riformista in merito alla situazione ucraina.

“Putin intende espressamente punire il popolo ucraino per la libertà conseguita con la Rivoluzione del 2014.  Questa data segna il distacco definitivo dell’Ucraina, stato sovrano ed indipendente dalla sfera di influenza/sottomissione della Federazione Russa. La reazione da parte di Mosca, fu immediata e sanguinosa, con l’annessione della Crimea e l’invasione del Donbass da parte di truppe irregolari ma guidate dai generali russi. La cosiddetta “espansione della Nato” rappresenta  un alibi,  Il pericolo più sentito  non sono le truppe Nato, ma i governi democratici troppo vicini al suo sistema di potere. Vladimir Putin è una minaccia per la democrazia, aveva preparato da tempo questa guerra e tentato di corrompere le rappresentanze politiche anche nel nostro Paese”.

“Lo stato liberale e del diritto, la libertà di voto e di espressione, una stampa libera , pur con tutte le lacune e le ingiustizie sono state la conquista di una guerra di liberazione e di tante lotte sociali e civili rese possibili da uno Stato democratico, ma come sappiamo sono valori deperibili e continuamente minacciati, anche se da migliorare La difesa di questa condizione, mai acquisita definitivamente ma uniforme nell’Occidente ci imporrà cambiamenti profondi  a partire dalla comunità europea”.

E così prosegue Siena Riformista: “L’Europa è spesso apparsa un’entità in balia dei vari nazionalismi. La guerra ed il pericolo alle porte di casa hanno rinsaldato mancanze e fragilità che, se scongiurate dall’inizio, avrebbero conferito alla UE un peso decisivo nel prevenire l’aggressione dell’Ucraina. Le prime decisioni relative ad un esercito europeo unico vanno nella giusta direzione,  un primo passo a cui accompagnare una politica estera comune,  europea.

Il Riformismo italiano dei Rosselli, di Calamandrei e Turati, Spinelli, in cui si vedeva nell’unione di libere Nazioni e nella pragmatica collaborazione dei popoli l’unico futuro possibile, sia il riferimento di questa nuova Europa meno dedita alla burocrazia e impegnata in modo finalmente concreto e alla pari nel confronto e nel dialogo con le grandi forze del mondo

La “PACE” è il nostro obbiettivo ma per raggiungerla bisogna togliere ogni appoggio morale a Putin, ogni confronto con altre tragedie presenti e passate non serve al cessate il fuoco che dev’essere interrotto da chi l’ha usato per aggredire non certo da chi si protegge e si difende.

La vittima è l’Ucraina e gli aiuti devono esprimersi in tutte le direzioni, medicinali, ricezione dei profughi, informazioni tattiche, armi di difesa ad alta tecnologia ed addestramento.  La democrazia va difesa o la guerra che oggi interessa l’Ucraina potrebbe domani espandersi ad altre zone, l’unico modo è quello di far mancare certezze all’invasore affinchè sia per lui più conveniente un accordo politico. Con l’equidistanza e il “pacifismo” della resa rivolti a Zelenski e agli Ucraini si gira la faccia dall’altra parte, in modo vile e comodo, rinnegando anche lo spirito della liberazione italiana dal nazifascismo. Alla Russia,  invece, devobo essere applicate sanzioni progressive e Putin deve essere processato per crimini contro l’umanità”.



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